Martedì 3 giugno è stata una giornata che non dimenticheremo facilmente. Tina Montinaro, moglie di Antonio Montinaro – il caposcorta di Giovanni Falcone ucciso nella strage di Capaci – è stata con noi a Pistoia per due incontri intensi, veri, carichi di emozione.
La mattina siamo stati all’ITIS Fermi, dove ad accogliere Tina c’erano centinaia di studenti e docenti. Silenzio, occhi attenti, grande rispetto. E poi tante domande, riflessioni, emozioni condivise. Tina ha raccontato la sua storia con una forza che colpisce: ha parlato di dolore, certo, ma anche di coraggio, di giustizia, di memoria che diventa azione. Non c’è stata retorica, solo verità. E in quella verità, tutti si sono ritrovati.














Nel pomeriggio ci siamo spostati alle scuole Leonardo Da Vinci, dove l’atmosfera era la stessa: partecipazione vera, ascolto profondo. I ragazzi hanno accolto Tina non solo come testimone, ma come esempio. Hanno capito che la memoria non è un concetto astratto, ma qualcosa che si costruisce ogni giorno, con le scelte, con le parole, con l’impegno.
Per noi di Vento e Vertigine, che portiamo avanti insieme a Quarto Savona Quindici il progetto Portatori di Memoria, questi momenti sono il cuore del nostro lavoro. È lì che si misura davvero il senso di quello che facciamo: nelle domande degli studenti, nei silenzi carichi di significato, nel desiderio – sempre più forte – di essere parte di un cambiamento.
Ringraziamo di cuore tutte le scuole che ci hanno accolto, le istituzioni che ci sostengono, e naturalmente Tina, per la sua presenza, per la sua voce, per il suo esempio.
Continuiamo così, insieme. La memoria, quella vera, non si spegne mai.